La Fine del mondo e il destino dell'uomo: il progetto demartiniano per costruire una "etnologia riformata"

Antonio Fanelli

Abstract


La nuova edizione de La fine del mondo ci permette di riscoprire l’ultimo cantiere di Ernesto de Martino volto a costruire una “etnologia riformata” incentrata sulle nozioni di “ethos del trascendimento” e “domesticazione del mondo”. Un nuovo umanesimo di tipo etnografico in grado di ampliare lo sguardo della cultura occidentale oltre i propri limiti coloniali alla ricerca di un riscatto collettivo. La disamina della crisi dell’Occidente porta de Martino ad esplorare a fondo i limiti positivistici del marxismo in campo religioso muovendosi in sintonia con il dialogo tra Giovanni XXIII e Palmiro Togliatti sul superamento dei blocchi contrapposti in nome della salvezza del genere umano dal rischio della catastrofe nucleare. Grazie alla curatela di Fabre, Charuty e Massenzio si delinea ne La fine del mondo una antropologia del contemporaneo che indaga la letteratura, l’arte e la cultura di massa, la decolonizzazione, il simbolismo laico e civile e il rapporto tra società e malattia.


Full Text

PDF

Refback

  • Non ci sono refbacks, per ora.


Copyright (c) 2021 Antonio Fanelli

Creative Commons License
This work is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.